mercoledì 25 maggio 2016

Trasloco: nasce il mio sito!

So bene che questo blog è in stato di abbandono ormai da tempo, so bene quanto un tempo ci tenessi. Ma c'è la buona notizia: finalmente ho un sito tutto mio, la capanna degli indiani, la mia piccola isoletta felice. Trasferiamoci tutti di là: si sta bene!


domenica 31 maggio 2015

Il tutorial "serissimo" del Pesce Straccione.


Il pesce straccione non esiste nel regno animale, però esiste a casa mia.
Il pesce straccione, lo dice la parola, è fatto di stracci.
Il pesce straccione merita un posto anche a casa vostra, per questo è assolutamente necessario che ve ne facciate uno.
Come fare? Ve lo dico io in questo imperdibile tutorial, uno di quelli che se avessi un blog per fare soldi gli sponsor pagherebbero millemila denari per uno spazio pubblicitario qui. :)

1) Prendete delle stoffe vecchie, avanzi di tutto: magliette, leggins, jeans, ...insomma fate voi.
2)Tagliateci delle strisce, arrotolatele e attorcigliateci intorno filo di cotone, di lana, spago, rafia...
3) Fate un po' di queste salsicce di stoffa. La lunghezza delle salsicce deve essere tale da comporre la sagoma di un pesce abbastanza credibile (non come il mio, che è obeso)
4) Componete il pesce sistemando le salsicce, cucitele fra loro con ago e filo. Basta dare un paio di punti nelle due estremità. Se poi siete pignolissimi cuciteli lungo tutta la lunghezza, ma fossi in voi io non lo farei perchè la vita è troppo corta per cucire a mano tutte le salsicce.
5) Nella parte superiore cucite la testa dopo aver sagomato e tagliato del feltro. Oppure del cartone.
6) Nella parte inferiore cucite invece la coda.
7) Applicare un bottone per fare l' occhio e create un' asola all' estremità della testa per poterlo appendere.

Complimenti! Avete ottenuto il vostro primo pesce straccione!



sabato 28 febbraio 2015

Isterismi di un' artigiana 2.0

" ...che poi non è che il lavoro non c'è, è che te lo devi inventare!"

Avoglia di improvvisarmi Maga Magò, avoglia di inventare manco fossi Leonardo Da Vinci: di che sta parlando questo mentecatto che tenta di provocarmi col più becero dei luoghi comuni? 
E TU parli A ME di inventiva? Oh, guarda che sei tu quello che si veste ogni giorno sempre uguale, che fa ogni mattina la strada uguale per raggiungere il suo luogo di lavoro sempre uguale. E poi dai, ammettilo! A quante persone ogni Natale devi mandare la cassa di Barolo o il panettone I.g.p. per avere avuto quel tuo lavoro sempre uguale? 
Io no, io sono flessibile per necessità: perchè al mattino controllo le mail, i messaggi su FB, i miei shop on-line e le chiamate eventualmente perse e può succedere di tutto o, peggio, può non succedere niente. Può succedere che ti chiedano 10 bambole da consegnare entro un mese e senti tutte le paure del mondo, quasi un senso di inadeguatezza e il tormentone del "non ce la posso fare" sempre in testa. E allo stesso tempo un' esaltazione incredibile. Ma può succedere anche che, se fosse solo per il tuo quasi-lavoro di artigiana, potresti lasciarti morire di stenti perchè per un sacco di tempo non ti arriva una commissione o una vendita manco a pagarla.
Embeh? Embeh una cippa dico io. Perchè io devo fare quattro tre lavori diversi per avere uno stipendio ridicolo quando l' unico che vorrei fare è l' handmaker. Ti pare niente fare l' handmaker? Ti pare sia quella cosa che faceva tua nonna quando sferruzzava davanti alle soaps argentine? Ti pare niente dover imparare a fare foto professionali, studiare il SEO, l' HTML, riesumare il tuo inglese ridicolo per fare inserzioni comprensibili in tutto il mondo, disegnare le tue creazioni, progettare le fasi della lavorazione, scegliere i materiali e andarli a comprare? Ti pare niente cominciare un lavoro, fare i conti con il tuo senso di insoddisfazione, disfarlo fino a ottenere il risultato che ti eri prefissato?
Ti assicuro è uno sbattimento ma è l' unico che vorrei fare.
Quindi, per favore, quando mi incontri non dirmi : "continui ancora a fare i tuoi lavoretti?". Ai mercatini il tuo "ah, ma non sembra difficile, li fa così anche mia nonna" puoi anche risparmiartelo.
Sappi che nonostante tutto il mio è un lavoro bellissimo, una scelta di coscienza, coerente con la visione del mondo e della società che vorrei: una società rispettosa del lavoro e dell' ambiente.
Scusa lo sfogo, forse esagero, ma sai che c'è? Forse noto un pizzico di invidia da parte tua, tu che hai smesso di rischiare, tu che ti accontenti di un lavoro che ti fa schifo solo perchè ti dà da guadagnare. Ebbene io il grande privilegio di fottermene dei suv, degli alberghi 5 stelle quando viaggio, degli  abiti griffati e degli aifòn 6.....

Così è come avrei voluto risponderti ma riesco a fare delle espressioni mute di disapprovazione-miste-al disgusto-che-si trasformano-in-compatimento più dirette e chiare di centinaia di parole. E poi c'è sempre il dito medio, tiè!


venerdì 7 marzo 2014

Artigianato e crisi.

Un commento al mio scorso post ed è partita in me una lunga riflessione: si può vivere di artigianato?
Il tutto parte da una considerazione che apparentemente non fa una piega, giusta e legittima: considerata la lunga e profondissima crisi che stiamo vivendo, c'è gente disposta a comprare accessori handmade quando la missione già ardua è quella di pagare le bollette, il mutuo, il dentista,... ?
Ebbene NO: no, se si inquadra il problema nel modello di consumo dominante, quello imposto dai modelli di produzioni massificati, standardizzati, depersonalizzati. NO se la filosofia è quella dell' "usa e getta", quella di seguire il trend e la moda.
Ma in qualsiasi  contingenza storica è oggettivo un dato: l'artigianato è sempre esistito, ha sempre resistito. 
Persino nei periodi di crisi più drammatici le nostre nonne e le nostre mamme cucivano, ricamavano, sferruzzavano e tiravano qualche soldo. Nei periodi difficili così come nel boom economico, quando ci hanno invaso di plastica, l'handmade c'è sempre stato.
Quello che la crisi invece può creare è una maggiore consapevolezza nei consumi: razionalizzare non è solo consumare meno ma soprattutto abbandonare l'atteggiamento consumistico ossessivo-compulsivo che ci ha governati in questi ultimi decenni. Improvvisamente scopriamo che se si rompe il tostapane possiamo portarlo a riparare piuttosto che comprarne un altro nuovo ma anche, come nel nostro caso, che se ci serve un paio di guanti possiamo farceli fare in lana di buona qualità (o di acrilico se siamo vegani) e quegli stessi guanti potremo ritrovarceli per anni ed anni senza doverne comprare un paio nuovo ad ogni inverno.
Il valore aggiunto di un oggetto handmade è senz'altro la qualità e quindi la durevolezza ed infatti ciò che si tramanda di generazione in generazione è quasi sempre una creazione artigianale.
 "La filosofia handmade" è l'unica che, al giorno d'oggi, mi sembra sostenibile: dal punto di vista economico, ambientale, di rispetto del lavoro e del lavoratore ed è per questo credo che noi artigiani in primis dobbiamo mostrare una certa coerenza: non svalutarci mai, puntare sulla qualità, diffondere una filosofia nuova di consumo. Così ci salveremo. Tutti. (sempre che non ci rapiscano gli alieni)

giovedì 20 febbraio 2014

Equilibrismi esistenziali


dal web/autore sconosciuto (ma secondo me è femmina)
E' chiaro come in un tempo di incertezze (c'è grossa crisi!) e zero speranze io tento di investire il mio tempo barcamenandomi fra doveri e passioni; sono l'emblema di chi vive le contraddizioni della mia generazione: precarietà, incertezza del futuro, il continuo tentativo di far andare le cose per il verso giusto. A volte ci riesco, a volte no. Ma c'è un' ancora alla quale mi aggrappo: la mia famiglia a parte, il mio cane a parte, il mio mare a parte... - voi lo sapete- è il mio lavorare con le mani.
Mi accorgo come moltissimi come me, ormai non più giovanissimi, in barba ai propri studi decidono di intraprendere altre strade pensando che in questo paese "scappato di casa" c'è sempre troppo poco spazio per il lavoro intellettuale quindi o emigri o resisti e ti scegli un'altra strada. In nessuno dei due casi non c'è coraggio nè viltà, c'è piuttosto l'esigenza di darsi una collocazione esistenziale (ehhhh? paroloni!) perchè ognuno di noi ha il bisogno di dire "IO SONO perchè FACCIO" e di conseguenza "IO FACCIO perchè SONO". Poi, certo, c'è la questione "money" che in un sistema barbaro come il nostro diventa il motore, spesso, delle nostre scelte. 
Esattamente come questo post che non so dove voglia andare a parare nemmeno io ho un progetto ben preciso, però so che mi piace fare l'artigiana e so che lo farò per sempre. Poi tocca vedere bene come farci un po' di soldi per pagare le bollette e i croccantini del cane quindi finite le domande esistenziali adesso entriamo nel piano pratico. Vi terrò aggiornati. 



giovedì 13 febbraio 2014

Ripartire.

E' successo: proprio quando mi ero decisa ad aggiornare questo blog, puff!....tutto sparito, tutto cancellato! Non chiedetemi come ho fatto, l'unica certezza è che riesco ad essere un genio quando si tratta di combinare guai. Ho perso tutti i vostri commenti, tutte le foto, tutto di tutto: non immaginate che disperazione...
Ma tant'è: tocca ricostruirsi tutto a partire da adesso.
Spero di tornare a far rivivere questo posto una volta vivo e frequentatissimo, peraltro è con questo povero blog che ho unito la mia passione per l'handmade e la rete e..va bene facebook, va bene pinterest e tutto il resto ma è a partire da qui che ho fatto gli "incontri" migliori.
Perciò RIPARTIRE e spero che voi ci sarete sempre.

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